lunedì 28 novembre 2011

Unioni civili? Fatto.

Ale_Ragusa Alessandro Ragusa
Abbiamo approvato la mozione che istituisce i registri delle unioni civili. Ho votato convintamente sì.

Questo il breve e eloquentissimo Tweet dell'assessore Ragusa, alle 15.15 del 28 novembre, con cui annunciava risultato e sua personale posizione dopo il consiglio comunale, con la mozione del consigliere Sara Zauli di SEL sull'istituzione di un registro delle unioni civili ad Orbetello, che dibattito aveva suscitato, su quotidiani e social network, e che probabilmente continuerà a suscitare.
Questo è l'intervento di Ragusa durante il consiglio:

Ho ascoltato con interesse gli interventi che mi hanno preceduto, così come costantemente ascolto con interesse il dibattito che intorno a questo argomento si sviluppa. Anzitutto vorrei evidenziare come sia del tutto blanda e un tentativo di allontanare il riflettore dal problema che affrontiamo l’ipotesi per la quale una discussione in Consiglio Comunale sul tema sia inutile. La ritengo blanda per due motivi, uno di carattere giuridico, sul quale tornerò successivamente, uno di carattere politico: il Consiglio Comunale è il luogo fondamentale di dibattito dei temi che riguardano la nostra comunità sia direttamente, sia indirettamente, non è uno strumento di ratifica degli atti di giunta è invece il massimo luogo ufficiale per il dibattito politico.Arrivo dunque al merito della questione. Varie sono le argomentazioni che gli oppositori a qualsiasi forma di unione differente dal matrimonio fra uomo e donna avanzano.
Arrivo dunque al merito della questione. Varie sono le argomentazioni che gli oppositori a qualsiasi forma di unione differente dal matrimonio fra uomo e donna avanzano.
In primo luogo quella che la famiglia richiamata nella Costituzione, quella sulla quale base si fonda l’impalcatura sociale ed economica del nostro stato, è quella fra uomo e donna, in realtà, il titolo due della costituzione, all’articolo 29 recita che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Il richiamo alla società naturale, sta a significare molto semplicemente che essa non è positiva e quindi creata dal diritto, ma è naturale cioè, per utilizzare una dicitura popolare “sta scritto nel cuore degli uomini”. In secondo luogo in molti richiamano il fatto che chi non vuole assumersi dei doveri non debba avere neanche dei diritti. Bhe, certo, queste persone dimenticano il particolare, non trascurabile però, che esistono persone alle quali questa assunzione di doveri è impedita.


Ma non mi voglio addentrare molto di più nella disquisizione giuridica, dato che oltre ad avere competenze limitate, siamo qua a fare politica.
E allora affrontiamo il merito della discussione politica. Questa mozione istituisce dei registri delle unioni civili con un duplice scopo: da un lato fornisce uno strumento utile, nei casi in cui la legge- e sono tanti- voglia una prova della convivenza. Ecco allora che questo strumento viene subito incontro a questa necessità. Dall’altro, non nascondiamoci, è un atto di stimolo che evidenzia un vuoto normativo e la necessità di legiferare in materia. Ed è proprio questo il punto che mi interessa di più. Dichiarandolo senza giri di parole, e pubblicamente, è necessario oggi, fornire garanzie e possibilità a tutte quelle persone che non vogliono e soprattutto non possono sposarsi. Più a quelle che non possono, quindi alle coppie omosessuali, che a quelle che non vogliono quindi eterosessuali, secondo me. Mi sorprende veramente, il ribaltamento delle posizioni politiche che è andato evolvendosi con il tempo, come raccontava in una sua nota biografica Nichi Vendola, come per lui fosse stato più difficile raccontare al suo partito, al partito comunista, di essere gay anziché raccontarlo al parroco, oggi siamo in un punto in cui dall’opposizione, i partiti che si collocano all’interno del quadro internazionale del partito popolare europeo, gli eredi del liberalismo quello che definiva che la libertà di un individuo incontra un limite nella libertà di un altro individuo ma non può essere ristretta in nome di valori morali o religiosi in ciò che riguarda la sfera privata dell'individuo. arrivano proclama catastrofici nel caso in cui si inizino a riconoscere dei diritti alle coppie omosessuali. Millantando un indebolimento della famiglia tradizionale e dunque millantando la fine dell’equilibro socio economico del nostro Stato. Voglio rivolgervi una domanda molto semplice, colleghi dell’opposizione. Sono anche io fermamente convinto che lo stato si sviluppi da una base che è quella rappresentata dalla famiglia. Ma chi ha fatto più male alle famiglie e chi più lo farà? Una coppia “non convenzionale? Una unione di fatto? Un bacio fra persone dello stesso sesso? Il gay pride? O forse il presidente Berlusconi che per farsi perdonare il Bunga bunga si presentava con l’acqua santiera alle riunioni dei sepolcri imbiancati a liquidare con facilità la questione degli omosessuali con battute vergognose? O forse l’Onorevole Cosimo Mele? Lo cito sempre nei miei interventi. Quello che di mattina si faceva tutti i salotti televisivi a difendere la famiglia tradizionale, il pomeriggio cantava con i neocatecumenali il ritornello ripetitivo “Dio C’è” il pomeriggio sfilava al family day e poi la sera festeggiava la famiglia tradizionale in una camera d’albergo con prostitute e cocaina? O forse ancora di più, le famiglie italiane, i giovani e i loro progetti di futuro, sono stati scorticati vivi dalle politiche liberiste che hanno aperto il passo al turbocapitalismo finanziario globale che le ha mangiate, ed isolate all’interno della società, politiche per la maggior parte sdoganate da chi oggi si sente il portatore unico della verità in tema di famiglia? Ce lo ha dimostrato anche l’esperienza Zapatero, che ha aperto con forza ai diritti civili per le coppie omosessuali ma ha poi abbassato la guardia del suo modello socialista ai diktat liberisti e capitalistici della destra europea. In Spagna sono in difficoltà perché le famiglie sono state mangiate dalla furia del sistema finanziario e bancario.
Ecco cari colleghi, io credo proprio che, chi la famiglia la vuol difendere, non la debba allora usare come merce di scambio elettorale, difendiamola, ma difendiamola concretamente, non utilizzando il metodo della creazione di nemici immaginari che possano in qualche modo allontanare l’attenzione dalle trappole che molto più direttamente si stanno piazzando vicino alle famiglie stesse. E ritengo anche che chi fa politica, anche con ideologie democratico cristiane, debba ricordare che questo non è uno stato confessionale, è uno stato fortunatamente laico, ed uno stato laico non guarda nel buco della serratura delle camere da letto. Per questo voterò sì, lo farò con convinzione, e voterò sì tutte le volte che avrò la possibilità di fare un passettino in avanti nell'azione concreta di dare diritti a chi ne ha diritto e con quei diritti non danneggia nessuno.

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