venerdì 19 luglio 2013

i piccoli burocrati.

Sono molte le magagne che affliggono questo nostro bel paesino. Alcune ataviche, altre comunque di vecchia data, altre ancora fresche di stagione.
La magagna contro cui sembra non la ci si possa proprio fare, però,  è la fastidiosa, urticante presenza dei piccoli burocrati. Quelli inetti, incapaci, mai un guitto, mai un'iniziativa, un'idea, in progetto. Quelli di cui non vedi mai la faccia, di cui in genere non conosci il nome, che però per incantesimo ti ritrovi negli enti, nelle istituzioni, nelle associazioni  (e pure in ruoli di prima importanza) come? Perchè? Grazie a chi, dato che non ci sono mai quando c'è da dare una mano e se ci sono non spostano una sedia: quelli che non sono proprio parte del tessuto sociale di questo posto, che non si rapportano con la gente, che non fanno volontariato, che non parlano con i giovani, che non si raffrontano con le istanze dei commercianti, a volte sacrosante altre assai meno, quelli a cui non interessa un fico secco di sapere se per gli anziani di questo paese c'è un'opportunità di svago, un posto dove incontrarsi, un modo per trascorrere qualche giornata al mare, per ballare o per fare una partitella, un'occasione per stare attivi, di ricevere anche solo un po di attenzione e sentirsi meno soli, oltre che squattrinati e con le pezze al culo, e idem con le patate per i bambini: sono in vacanza? Che fanno? Con chi e come trascorrono le loro giornate in un periodo in cui i genitori lavorano e lavorano pure più del solito, o magari invece non lavorano affatto e non possono regalare ai figli uno straccio di attimo di svago, l'attività ludica e fisica che è così profondamente giusta per la loro età, per il loro spirito di bambini. Quelli che gli importa una beata minchia se i ragazzini si drogano e si ubriacano come i peggio hooligans . Quelli che non hanno la benchè minima cognizione di causa di cosa si faccia ovunque, in ogni centro (turistico e non) per ottemperare a quello che è un preciso dovere (non una facoltà) di chi amministra, di chi dirige, di chi governa ovvero occuparsi della vita sociale e culturale dei cittadini, tutti i cittadini:  grandi, piccini, amici e nemici, belli e brutti, simpatici e affatto simpatici: la comunità. La comunità nella sua interezza. E non ne hanno la minima cognizione perchè non interessati, perchè indifferenti, perchè costantemente in altre faccende (burocratiche) affaccendati, in genere a occupare più di una poltrona, più di una presidenza, più di una direzione, più di un direttivo se non altro per impedire a qualcun altro di farlo. Quelli che però, nonostante ciò, sono lì. A fare il bello e il cattivo tempo di quello che a Orbetello deve succedere. O più verosimilmente, che a Orbetello non deve succedere.
Se vi facessi l'elenco di nomi che negli anni più recenti hanno ricoperto un ruolo di direzione di enti o associazioni trasecolereste: e chi cazzo sono??  Se vi raccontassi cosa ho visto e sentito partecipando (poco, pochissimo grazie al cielo) a riunioni, incontri, direttivi e convocazioni saremmo alla burla, tanta e tale l'approssimazione, il vuoto siderale di idee, l'incapacità organizzativa, l'assoluta inettitudine nel collezionare contatti, rapporti, collaborazioni e nel convogliare supporto e risorse, e magari ottimizzarli.
E se tutto questo non bastasse, per non farci mancare proprio niente, se non fosse sufficiente questo sfoggio di assoluta mancanza di qualsivoglia talento o abilità, ecco il puntuale, sistematico, infaticabile impegno nell'acciaccare i coglioni a chi invece ha voglia di darsi un po da fare, di dare un piccolo contributo a tirar fuori questo piccolo centro dal blob maleodorante del  nulla socio-culturale che lo ammanta, che lo ammorba. Un programma quasi scientifico per aggiungere zavorra, per rallentare, per abbuiare, affaticare se non proprio infastidire chi ci prova, sino ad arrivare a sfiancare, molestare chiunque con regole, regoline, firme e firmette, consigli e consiglietti, riunioni e riunioncine dove puntualmente la confraternita del nulla cosmico si materializza come per incantesimo (e questi chi cazzo sono? Da dove sbucano? E chi dovrebbero rappresentare? E che ruolo hanno? E chi li ha chiamati? A quale titolo? ) e comincia a porre paletti, ostacoli, obiezioni, insinuazioni e bassezze di una lega talmente infima, con un'arroganza verosimilmente parente della frustrazione del non saper fare un cazzo, del non avere idee, del non aver mai organizzato neppure la festicciola di compleanno del nipotino, del non contare un cazzo altrove, laddove invece si smanierebbe  di essere e contare: parente della frustrazione del non esserci.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un paese boccheggiante, un melting pot di orticelli litigiosi e rancorosi, un patrimonio inestimabile come l'intera attività di accoglienza turistica completamente delegata a pochi privati e intere categorie della popolazione gentilmente sollecitate a levarselo da soli, un dito dal culo.
Parole un pò rancorose di chi forse ha qualche conticino personale in sospeso? Magari. Che vuoi sapere. Ma intanto sfido chiunque a smentirle.

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