venerdì 19 febbraio 2016

il rispetto


A volte ci chiediamo quanto rispetto riusciamo ad avere per un habitat che è sicuramente uno dei tratti distintivi della nostra città, della nostra zona. 
Un fiore all'occhiello. Un vanto assoluto.
Ci chiediamo se quello che abbiamo, di rispetto, sia sufficiente. 
E ci chiediamo anche se per caso non diamo un po' troppo per scontata l'opportunità di trovarci così, quotidianamente, nel tran tran di tutti i giorni, faccia a faccia con aironi, fenicotteri, cavalieri d'Italia come se fosse la cosa più scontata del mondo, appunto. Senza dover andare in un'oasi faunistica, senza appostarci in un sito di bird-watching, ma semplicemente andando al mercato o raggiungendo il posto di lavoro. Ci chiediamo quale prezzo possa avere lo svegliarsi, aprire la finestra e trovarsi circondati da questa meraviglia di presenze silenziose, discrete, belle ed elegantissime. 
Così, giusto per capire.
Per capire perchè questa cosa che ci è toccata in dotazione, quasi un dono del fato, quasi un regalo del destino, quella di vivere in un posto di tale bellezza ma dagli equilibri non proprio robustissimi, noi ci apprestiamo invece a festeggiarla con dei fuochi d'artificio che definire non indispensabili è un eufemismo. 
E poi i botti. E poi le frecce tricolori. E perchè non una telefonatina a King Jong-un per sentire se per caso non voglia accomodarsi per un paio dei suoi deliziosi esperimenti atomici.
Certo, nella regione dove le regalie ai cacciatori, considerati un bacino di voti dall'appeal quasi orgasmico, sono all'ordine del giorno, si può intuire che di queste presenze non si capti l'importanza, l'unicità, l'incanto quasi mistico. Peccato solo che tutto ciò sia una stronzata clamorosa.
Perchè il giorno che Orbetello non dovesse più essere circondato, ma addirittura pervaso, da tanta bellezza di habitat e fauna, ci chiediamo se per caso i visitatori continuerebbero a venire giusto per vedere le nostre belle facce e per farsi levare pure i peli del buco del culo.
Un religioso rispetto. Ecco cosa dovremmo a questi aironi. Altro che fuochi d'artificio di sta ceppica di minchia.
ps: messaggino all'associazionismo ambientalista: cucù, c'è nessuno in casa?










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