domenica 18 febbraio 2018

un parere (non richiesto) sul verdetto della giuria

Confesso che il carro albiniese non era il mio preferito (neppure il mio secondo preferito, a dire il vero). L'ho detto da subito, l'ho scritto anche un paio di giorni fa sul mio Facebook: mi piace metterci la faccia e l'ho fatto anche stavolta, senza arzigogolare troppo sul "tutti bravi, tutti belli, e volemose bene" perchè, pur sottoscrivendo e adorando l'impegno e la bravura di tutti, come ho detto in un post di questo blog che molti di voi bontà loro hanno letto, rimango convinto che un po di tifoseria anche cazzuta (senza fanatismi, ma non credo che il rischio sussista) possa solo far bene al Carnevaletto che, insisto, ho molto apprezzato nel suo insieme. 
L'Orchestra Maldestra al suo passaggio mi annoiava un po. Le atmosfere erano un pizzichino troppo "arty". Da subito, parlando con gli amici, il termine che ho usato di più nei confronti degli albiniesi quest'anno è stato delusione (perchè evidetemente ho stima del loro potenziale), e di sicuro non è la mia neghellesità a farmi parlare in un modo anzichè in un altro: sono neghellese sino al midollo, ma carnevalisticamente (beccati il neologismo) sono orgoglioso di essere stato una piccola spina nel fianco per gli amici carristi neghellesi quando, come capofila del Rione Piazza d'Armi, ci siamo contesi il titolo di Carrissimo per diversi anni, esattamente come in tempi recenti sta succedendo proprio con Albinia. E due anni fa (attirandomi pure qualche reazione un po più stizzita del necessario) non ho fatto mistero di preferire proprio il carro albiniese. 
Ma penso davvero che "Il Libro della Giungla", oltre che il solito fantastico sfoggio di grande abilità e creatività, quest'anno fosse imbattibile. Ricco, coloratissimo, persino complesso tanta la carne al fuoco. Un'unica pecca a mio avviso: il tema un po abusato. 
Ho sempre sostenuto, e lo ribadisco, che auspicherei una supervisione più ferma da parte non dico di una direzione artistica ma almeno dell'operoso comitato stesso in questo senso, perchè se si paragona il nostro bel Carnevaletto agli altri importanti carnevali toscani, sono proprio temi e soggetti dei carri a risultare poco attuali, poco coraggiosi, un po passè, difettosi in estro, satira e sberleffo (ingredienti mica male in un carnevale). Ma una volta acclarato che i temi fossero quelli, beh: sullo svolgimento da parte dei neghellesi credo non ci fosse veramente da far volare mosca: magistrale. 
Qualcuno, a commento di un post di questo blog sul voto delle giurie, azzardava un ipotetico infiacchimento dello spirito dei carristi neghellesi di fronte a verdetti non sempre decifrabilissimi. Credo di no. E lo spero. 
Troppi trionfi alle spalle, troppo grandi il sostegno e la stima popolari per farsi abbattere sino addirittura ad abdicare. E lo so per certo: ce l'ho messa tutta, ce l'abbiamo messa tutta per fargli vedere i sorci verdi. E credo che a un certo punto ci siamo persino riusciti.
Ma eccoci qua: siamo al 2018 e loro sono ancora i maestri carristi che tutti conosciamo. E io sono qui a scrivere di loro davanti a una tastiera.
Alè Neghelli. Avanti tutta. Chissà ancora per quanto.

                                                            Daniele Innocenti
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3 commenti:

  1. Caro Daniele vorrei innanzitutto ringraziarti per i complimenti sul carro a nome di tutti i carristi di neghelli poi però ti vorrei spiegare perché secondo me non siamo riusciti e non riusciremo almeno nel breve periodo a superare i nostri cugini rivali di Albinia:
    Punto primo
    Sono diventati un comunità rispetto a tutti gli altri gruppi con delle potenzialità economiche e delle competenze meccaniche fuori della portata di ogni altro rione
    Esempio circa 60 movimenti che poi sono quelli che fanno attualmente la differenza sono improponibili per qualsiasi altro carro noi né abbiamo una decina per dire.
    Punto secondo
    Circa 20 anni fa quando vimcevamo molto spesso loro erano un piccolo gruppo rispetto a quello che sono adesso con pochi giovani con meno idee innovative adesso invece hanno trovato dei giovani bravissimi che danno anima e cuore e un pizzico di freschezza ai loro temi,noi di contro non abbiamo mai avuto un rimpiazzo i pochi giovani che si sono avvicinati negli anni li abbiamo persi (forse per colpa nostra) e a questo punto siamo rimasti un piccolo gruppo di 7/10persone per lo più pensionati (e chi non lo è come me ha comunque 50 anni) che oramai sono in declino senza trascurare la perdita da parte nostra di numerosi pezzi da 90 come Beppe Angione AroldoCorridori Anelio civitelli Mauro Mariotti e Bisti solo per citarne alcuni.
    Punto terzo
    Sono gli unici (parlo sempre del rione di Albinia)che hanno un carrello semovente senza trattore che sicuramente aiuta molto la visione e la completata illuminazione del carro che come mi insegni tu e importantissima.
    Punto quarto
    Risorse economiche praticamente doppie rispetto a tutti gli altri infatti essendo diventati una cittadina oramai tra l'altro molto unita possono attingere a delle risorse tramite gli sponsor che nessun altro rione può permettersi (pumtualizzando che se ci riescono fanno molto bene a sfruttare)
    Potrei continuare ma mi fermo qua è ricapitolando e cogliendo il succo di tutto codesto discorso posso dire che in questi ultimi anni e per quelli a venire almeno di qualche clamorosa sorpresa non vedo dei grandi stravolgimenti nelle classifiche al primo posto dei prossimi carnevaletti anzi al limite noi possiamo scendere di qualche gradino un abbraccio Lionti G.luca

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  2. Intanto grazie per questo tuo bel commento, perfettamente articolato, che può far capire a molti altri delle cose che, come immaginerai, io a grandi linee un po so. Il fatto è che, come ho abbondantemente detto, io (ma mica solo) penso che "L'Orchestra Maldestra" non fosse il carro più bello. Molto bello, ma non il più bello. Di sicuro, non il più divertente. E questo, a mio parere, è una penalty non da poco. Le tue puntualizzazioni sono perfette e utili. Rimane il fatto che se tu mi realizzi un carro fatto solo di palloncini colorati, ma è proprio davanti a questo carro che io rimango a bocca aperta, bingo: hai vinto te. Questo per dirti che quello che c'èra di veramente sbagliato nel verdetto di quest'anno secondo me è il criterio con cui la giuria (per quel che so) è stata assemblata. Le prodezze tecniche vanno premiati e sottolineate con i premi speciali, che devono essere realmente SPECIALI (e durante la consegna ciò andrebbe sottolineato con maggiore convinzione) e non "contentini". Ma per il resto, il verdetto dovrebbe scaturire dall'insieme, da quanto cioè un carro riesce ad incarnare lo spirito del carnevale (perchè è di carnevale che stiamo parlando, non di arte contemporanea). Noi che nella prima metà degli anni 80 abbiamo dato del filo da torcere ai maestri neghellesi (e io personalmente ne sono veramente fiero perchè trattavasi di impresa TOSTA) se fossimo stati sottoposti ad una giuria fatta di "tecnici" del carnevale non avremmo vinto neppure un lecca lecca. Ma soprattutto, non sarebbe così tanta la gente che ancora si ricorda di quei carri, li rammenta e porta come esempio, dopo quasi 40 anni. Se un carro ha risorse vistosamente più imponenti, allora bisogna aguzzare l'ingegno, l'estro, la fantasia, e il fine deve essere quello di realizzare una cosa spettacolare e DIVERTENTE: mai l'una componente senza l'altra. E io rimango fermamente convinto del fatto che il carro albiniese bello lo fosse molto ma divertente molto meno (e che anzi è proprio in questo che spesso gli amici albiniesi sbagliano mira: carri belli ma un po freddi). Per questo in giuria deve esserci chi giudica senza il manualetto del perfetto carrista in mano, oltre a componenti della popolazione (che so, scuole d'arte, enti, associazioni, coreografi, video-maker o chissà cosa) proprio al fine di non far scomparire lo spirito popolare del carnevale proprio dal suo momento clou: la premiazione. Sberleffo, satira, trasgressione persino: questo è lo spirito del carnevale. E questo anche per dirti, concludendo, che questa è invece la pecca (per carità, sempre di opinione personalissima si tratta) neghellese: i temi, i soggetti un po già visti, abusati, poco frizzanti. Su questo occorrerà concentrarsi un po di più. Dopodichè, ben venga che se ne discuta, che si polemizzi persino, che ci s'incazzi pure un po. Questo significa passione, partecipazione: per chi lo fa e per chi assiste. Di carnevali e verdetti su cui non c'era molto da dire (o molta voglia di farlo) ce ne sono stati. E a me personalmente non mancano affatto. Perciò grazie di nuovo per il tuo bel contributo in questo senso.

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  3. Grazie a te alcune cose te le dirò a voce di persona in merito al tuo ultimo post (tu capirai ) tanto non siamo distanti ciao Gian Luca

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